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Giovedì Santo 2013

La lavanda dei piedi ricorda il momento in cui Gesù compì un atto di estrema umiltà, lavando i piedi ai Suoi discepoli. In questo modo Egli volle ribadire l’insegnamento per cui un uomo ha tanto più diritto d’entrare nel Regno del Cieli quanto più è umile verso il prossimo.

Domenica delle Palme 2013

"Veramente quest’uomo era giusto"

 

Dio non è uno che ti manda le disgrazie. Non è un padrone che ti castra e ti impedisce di volare. Non è un despota che ti fa stare buono e zitto sennò ti castiga. Non è uno che brandisce la Legge e aspetta di lapidarti. Ci vuole il deserto e la verità, la fame di senso e la Parola per riuscire ad arrendersi all’evidenza di Dio. Un Dio che lascia crescere i suoi figli, che ha fatto bene ogni cosa e fa piovere sui giusti e gli ingiusti: un Dio che, come un Padre, scruta l’orizzonte e accoglie con dignità il figlio che lo voleva morto, ed esce a spiegare le sue ragioni all’altro figlio offeso; un Dio che, unico giusto, potrebbe condannarmi e non lo fa, chiedendomi di uscire dalla mediocrità del peccato, falsa libertà.
Siamo alla fine del deserto, amici: ora vediamo all’orizzonte il Tabor. Inizia la grande settimana, la più grande. La settimana piena di stupore e di sangue, di amore e di emozioni. Inizia la settimana Santa. 

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Dalla fumata bianca alla prima omelia

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"Se non confessiamo Gesu' saremo solo una ONG pietosa". E' stato questo il monito lanciato da Papa Francesco nella sua prima omelia. "Quando non si cammina ci si ferma. Quando non si edifica su Gesu' si fanno, come i bambini sulla spiaggia, dei palazzi di sabbia". "Si ricordi – ha detto ancora il nuovo Papa – che a volte ci sono movimenti del cammino che non ci conducono a nulla; sono movimenti che ci fanno andare indietro".

Papa Francesco I

La comunità della parrocchia Sant'Anna di Pontinia
saluta il nuovo pontefice.
Che Dio ti benedica, Papa Francesco,
e ti dia la forza per guidare la Sua Chiesa in santità e carità.
 

Dal pentimento nasce l’amore

Finisce la manna, ma non il dono di Dio che passa sempre attraverso la nostra libertà. La libertà, nel camino di fede, costa e chiede di saper non solo accogliere ma trovare il pane. Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Il cammino della Quaresima ci porta a nascere nuovamente ed è la gioia della nascita, che la liturgia celebra nella domenica Laetare. C'è gioia ogniqualvolta si nasce, e tutte le volte che si rinasce. Il figlio se ne va non per paura, per perdersi, ma per attestare la sua libertà e per rinascere. Bisogna lasciare a Dio la libertà di accoglierci e riconciliarci. Bisogna ritornare disarmati dinanzi a Lui per poter permettere alle sue braccia di stringerci. Se si rimane nella casa senza amore, si è lontani dalla casa.

Così si nasce, nel travaglio della lontananza, si rinasce nella nostalgia della casa, si diventa nuova creatura, che torna dai sentieri del prodigo.

Mons. Giuseppe Giudice

Una lettera sul tema del futuro per i miei nonni

Cari Nonni,
noi abitiamo lontani e non abbiamo modo di vederci e di vivere il quotidiano insieme.
Ho deciso di scrivervi questa lettera per sentirvi più vicini. Quando ci sentiamo per telefono non riusciamo mai a condividere tutto quello che in una settimana abbiamo vissuto, infatti ogni volta che parliamo dico poco e niente perché non so mai da dove iniziare. Allora per rendervi partecipi di ciò che ho nel cuore ecco a voi ciò che sogno per il mio futuro. Tante sono le aspettative e realizzabili o no, io voglio impegnarmi al massimo e accettare le sfide che la vita mi offrirà.
Come sapete frequento l’università, un mondo che non pensavo fosse così impegnativo e di facili dubbi. Ciò che ora sto studiando mi piace e mi fa proiettare la mia vita nel prossimo futuro come figura educativa per i più piccoli. Come sapete amo stare a contatto con i bambini e ciò che studio mi porterebbe a gestire una ludoteca; sarebbe una soddisfazione personale grandissima ed emozionante.
Devo dire che a volte i dubbi prevalgono e penso che il futuro non aspetti me, allora mi viene voglia di lasciare tutto e cercarmi un lavoro. Questi pensieri assalgono la mia testa però mi chiedo: ”ma riuscirei a trovare lavoro? C’è qualche possibilità di iniziare adesso a diventare più responsabile di me stessa e più indipendente?” forse quel lavoro che oggi potrei trovare mi permetterebbe un giorno di prendermi cura di una famigli tutta mia, di mio marito e dei miei figli!!
Si, anche questo sarebbe uno dei miei sogni per il futuro. Certo bisogna vedere se è nel progetto di Dio; di sicuro mi impegnerai ad essere una buona madre e cercherai di rendere felici i miei figli, donando me stessa come tuttora faccio con le persone a cui voglio bene.
Questi e tanti altri sono i progetti e le aspettative, che ai giorni d’oggi vedi appassire per tutto ciò che accade: la crisi, la società che decade, la povertà e anche quella di spirito, la mancanza di denaro e di lavoro… ma dove andremo a finire se continua così?!?! Allora ciò che rimane da fare è fidarsi di se stessi e delle proprie capacità e se davanti a noi c’è un’opportunità, coglierla al volo senza tentennare.
Il futuro nessuno lo conosce, solo Dio che ha pensato con amore infinito le nostre vite, sa a cosa saremo chiamati e noi accettiamo il suo futuro e impegniamoci a fondo per costruire un futuro migliore per tutti, per noi giovani e per le prossime generazioni.
Spero che questa lettera non vi abbia commosso troppo, altrimenti la prossima volta mi toccherà inviarvi anche dei fazzoletti di carta.
Vi saluto e vi abbraccio forte!

La vostra cara nipote Melania

 

Rachele e Lia, la lotta per l’amore

Rachele e Lia

Scarica il volantino: Rachele e Lia

Gesù, lui solo, il salvatore

"Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare". Quanto è bella e profonda questa espressione e come è significativo il comportamento di Gesù che si ritira spesso sul monte a pregare e coinvolge i suoi amici! L'incontro con Dio nella preghiera è sempre una cosa santa, ma questa volta avviene quella manifestazione particolare che chiamiamo trasfigurazione, perché il suo volto cambiò di aspetto e le sue vesti divennero candide e sfolgoranti. Si fece vedere nello splendore della sua gloria di Figlio di Dio, assieme a Mosè ed Elia che rappresentano tutta la Bibbia che dà testimonianza a Gesù, il Messia. E soprattutto si rende presente il Padre che proclama: "Questo è il mio Figlio, ascoltatelo!" In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia è dominata dall'episodio della Trasfigurazione, che nel Vangelo di Luca segue immediatamente l'invito del Maestro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua! Questo evento straordinario, è un incoraggiamento nella sequela di Gesù. Luca non parla di Trasfigurazione, ma descrive quanto è avvenuto attraverso due elementi: il volto di Gesù che cambia e la sua veste che diventa candida e sfolgorante, alla presenza di Mosè ed Elia, simbolo della Legge e dei Profeti.

I tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l'atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di "vedere" la gloria di Gesù. Allora il ritmo si fa incalzante: mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!". E' interessante notare che i tre apostoli del monte della trasfigurazione saranno gli stessi tre del monte degli ulivi. Qui provano gioia, stupore, desiderio che quel momento magico non finisca più: "E' bello per noi stare qui". Potessimo anche noi sperimentare questa gioia e questo desiderio quando siamo nella preghiera, quando siamo con il Signore: "E' bello per noi stare qui!".

Ma Gesù invita presto a tornare alla vita ordinaria. La preghiera porta alla vita, ma in maniera nuova, diversa. E nella vita ordinaria siamo chiamati a portare la luce, la grazia, la forza dell'incontro che abbiamo avuto con il Signore. Verranno anche momenti difficili, tentazioni, sofferenze: quello che conta è ricordare "nei momenti delle tenebre ciò che abbiamo visto nei momenti di luce"
I discepoli non sono più di fronte ad un volto trasfigurato, né ad una veste candida, né ad una nube che rivela la presenza divina. Davanti ai loro occhi, c'è "Gesù solo" (v. 36). Gesù è solo davanti al Padre suo, mentre prega, ma, allo stesso tempo, "Gesù solo" è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l'unica voce da ascoltare, l'unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno "trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" (Fil 3,21).
"Maestro, è bello per noi essere qui": è l'espressione estatica di Pietro, che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore. Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza. Gesù è il Figlio di Dio, l'unico salvatore del mondo, il salvatore della vita di ciascuno di noi. Lo adoriamo, lo contempliamo, camminiamo con Lui nella strada della vita verso la "nostra ora", verso l'eternità.

Don Roberto Rossi

«Una piccola grande Storia italiana»: il tour fa tappa a Pontinia

Si avvia alla conclusione il tour di «Una piccola grande Storia italiana», che vede affiancarsi alla
presentazione del libro della giornalista Rita Calicchia la rappresentazione del musical «Marietta la Santa bambina», interpretato da 50 attori e ballerini della compagnia di Emiliano Russo e Monica Scalese.
Ad ospitare quest’ultima tappa (fatti salvi i due appuntamenti estivi che si terrano a Nettuno e Corinaldo) sarà la chiesa di Sant’Anna a Pontinia, sabato alle ore 19.
Un tour intenso che è partito da Latina ed è proseguito nei principali luoghi della provincia attraverso incontri ai quali cui ha partecipato una moltitudine di persone, tra curiosità e commozione.

Si narra l’Italia di fine Ottocento e inizio Novecento, vista attraverso gli occhi della famiglia Goretti giunta nell’Agro Pontino, «per scrivereuna pagina di storia destinata a diventare eterna e che sulla sua scia – scrive nella prefazione al libro Padre Alberti, storico e Rettore del Santuario/Basilica di Nettuno – ha proiettato questa realtà sul palcoscenico del mondo. Basti pensare che nomi come Le Ferriere, Borgo Montello, Astura, Paludi Pontine, vengono citate in tutte le lingue del mondo, cosi come è tradotta la vita di Marietta». «Un felice incontro – afferma Rita Calicchia – Il musical di Scalese e Russo si sposa perfettamente con lo spirito del libro che è essenzialmente la narrazione di un periodo storico visto attraverso gli occhi innocenti di una ragazzina di 12 anni e della sua famiglia di migranti alla ricerca della ‘Merica’».

L’evento è patrocinato dall’amministrazione comunale di Pontinia ed inizierà con il saluto istituzionale del sindaco Eligio Tombolillo e quello del parroco della Chiesa Sant’Anna padre Valeriano Montini. Durante l’incontro Eugenia Marchioni leggerà alcune pagine introduttive allo spettacolo. Il libro, che ha esaurito la sua prima (ed unica) edizione italiana, verrà prossimamente ristampato in portoghese per la comunità di Farroupilha, il comune dello stato del Rio Grande do Sul in Brasile gemellato con Latina (dove forte è la devozione popolare verso Santa Maria Goretti alla quale sono dedicate anche diverse Chiese), grazie all’interessamento dell’assessore al Comune capoluogo, Marilena Sovrani.

Serena Nogarotto

Dio non cerca schiavi ma figli liberi

Le tre tentazioni di Gesù sono le tentazioni dell'uomo di sempre. Tentazione significa in realtà fare ordine nelle nostre scelte e nelle relazioni di fondo: ognuno tentato verso se stesso: hai fame? Dì che queste pietre diventino pane! Trasforma tutto in cose da consumare, in denaro. Ognuno tentato verso gli altri: vuoi comandare, importi, contare più degli altri? Io so la strada: vénditi! Ognuno tentato verso Dio: bùttati dal tetto, tan­to Lui manderà angeli a so­stenerti. Hai dubbi? Dio man­derà segni e visioni a scioglierli.

La prima tentazione: che que­ste pietre diventino pane! Pietre o pane? È una piccola alternativa, che Gesù apre, spalanca: Né di pietre né di solo pane vive l'uomo. Siamo fatti per cose più grandi. Il pane è buono ma più buona è la parola di Dio, il pane è vita ma più vita viene dalla bocca di Dio. Il pane è indispensabile, eppure contano di più altre cose: le creature, gli affetti, le relazioni, l'eterno in noi. Ciò che ci fa vivere è la nostra fame di cielo: L'uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Vive di Vangelo e di creature: dalla sua parola sono venuti la luce, il cosmo e la sua bellezza, il respiro che ci fa vivere. Sei venuto tu, fratello mio, mio amico, amore mio: parola pronunciata da Dio per me.

La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio. «Buttati giù, chiedi a Dio un miracolo» ciò che sembrerebbe il più alto atto di fede  a occhi chiusi, con fiducia!  ne è, invece, la caricatura, pura ricerca del proprio vantaggio. È come se Gesù dicesse: tu non cerchi Dio ma i suoi benefici. Non cerchi il Donatore, ma solo i suoi doni. Un Dio a tuo servizio.
Eppure quando invece di angeli vengono la malattia, un fallimento, la morte, tutti ci domandiamo: Perché Dio non interviene? Dove sono gli angeli che ha promesso? Dio invia angeli, persone buone come angeli, che portano non ciò che io desidero, bensì ciò di cui, forse a mia insaputa, ho davvero bisogno.

Nella terza tentazione il diavolo rilancia: prostrati davanti a me, segui le mie strade, venditi alla mia logica, e avrai tutto. Il diavolo fa un mercato con l'uomo, un mercimonio. Esattamente il contrario di Dio, che non fa mai mercato dei suoi doni. E quanti hanno seguito le strade del Nemico dell'umanità, facendo mercato di se stessi, vendendo la loro dignità in cambio di carriera, poltrone o denaro facile, ci fanno riflettere: a che serve gonfiarsi di soldi e di poteri, se poi perdi vita, se ci rimetti in umanità, se vendi l'anima?
Vuoi «possedere» le persone?
Assicuragli pane e potere, dice, e ti seguiranno. Ma Gesù non vuole «possedere» nessuno. Dio non cerca schiavi ossequienti, ma figli che siano liberi, generosi e amanti.

P. Ermes Ronchi

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