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Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome …

Se vogliamo seguire Gesù nella verità del Vangelo ed essere veri figli del nostro Santo Fondatore, dobbiamo diventare servi e diventare bambini. “Servire” è il verbo che sintetizza tutta la vita di Gesù: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Marco 10,45), e che deve caratterizzare la vita del cristiano. Questo “servire” non ha limiti, non dice mai basta, si mette il grembiule e lava i piedi dei fratelli. La vera grandezza davanti a Dio non dipende dalla riuscita materiale, dallo spessore del proprio portafoglio, da un conto in banca con parecchi “zero”, ma nel mettere la propria vita a servizio degli altri. Purtroppo per molti “riuscire” nella vita significa far soldi a palate, salire sul podio degli onori, raccogliere a piene mani le gioie della vita. Contro questa mentalità “terra terra” Gesù proclama che non esiste grandezza se non viene dal dono di sé disinteressato e generoso, dal servizio verso gli altri, soprattutto dei più indifesi e disprezzati. “Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli” (Cfr. Matteo 18,3).

Naturalmente Gesù non ci chiede di ripercorre all’indietro i nostri anni, chiede invece di acquisire una mentalità semplice come quella dei bambini. Si tratta di abbandonare il desiderio di primeggiare che ci sta prendendo, si tratta di non essere ambiziosi e di non voler stare un gradino al di sopra degli altri. Il bambino dipende docilmente e spesso totalmente dagli altri. Anche questo punto di vista diventa esemplare per noi credenti, perché nel nostro rapporto con Dio dobbiamo acquisire un atteggiamento di dipendenza docile e spontanea per lasciarsi condurre per mano da Lui. Gesù conclude le sue parole dicendo: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Marco 9,37). Questo immedesimarsi di Gesù nel bambino ribadisce ancora una volta l’efficacia del modello proposto: il bambino, proprio perché indifeso, docile e incapace di ambizione, diventa immagine di Gesù che, pur essendo Dio, si è fatto piccolo, umile, per incontrare l’uomo.

Padre Gian Carlo

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