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Pellegrinaggio 13/11/2016 – Cava dei Tirreni – Vietri sul Mare – Salerno

Anno Santo della Misericordia – Pellegrinaggio del 13/11/2016

Itinerario: Porta santa dell'Abbazia di Cava de' Tirreni, sosta a Vietri, visita al Duomo e alle Luci d'artista di Salerno

Perché desiderare tanto di tornare in un luogo? Perché in quel luogo si addensano bellezza, gioia, speranza : c'è pienezza di vita.

Così è stato per molti di noi partecipanti al viaggio di Cava de' Tirreni, Vietri e Salerno. In più, quest'anno si è aggiunta la forte motivazione del pellegrinaggio giubilare che esplicita tutto un percorso intimo, un'ascesi spirituale per conquistare più alti livelli di misericordia, fino ad essere “Misericordes sicut Pater” (misericordiosi come Dio Padre).

La misericordia è l'essenza del Vangelo, come Papa Francesco non si stanca di spiegare e annunciare con vigore alla Chiesa e a tutto il mondo.

Ed eccoci, dunque, pellegrini alla Porta santa della millenaria Abbazia benedettina di Cava de' Tirreni in provincia di Salerno, che estese la sua influenza spirituale a quattrocento dipendenze, fino a Monreale.

È la prima meta per un bel gruppo di cinquanta parrocchiani, partiti prima dell'alba, in un raro giorno di sole. Con un buon dossier di canti e di notizie sui luoghi, ci siamo preparati con il Rosario e le meditazioni proprie dell'Anno santo.

È stato problematico arrivare fin lassù, per strade molto strette e tortuose (un elogio ai nostri autisti!), ma ci  ricompensa uno scenario meraviglioso: un'abbazia austera, quasi scavata nel monte, in un contesto di fitti boschi.

La nostra affabile guida Anna, ci ha condotto a visitare l'eremo di S.Alferio da Cluny, la chiesa e il chiostro, di una bellezza insospettabile, e infine, il Cimitero longobardo sottostante, testimone di tanti rifacimenti lungo i secoli.

Al suono delle campane l'attraversamento della Porta santa e l'ingresso nella Chiesa per la S. Messa, celebrata dall'Abate-Vescovo Michele Petruzzelli e dai suoi monaci benedettini, con la maestosa sonorità dell'organo absidale (3600 canne).

Molto emozionati da tanta bellezza e spiritualità, siamo scesi, sempre lentamente, verso Vietri, dove ci è stato servito il caratteristico e ottimo “Giro di pizza di Gragnano”.

A seguire, la sosta nell'incantevole Vietri, traboccante di vetrine di fine ceramica, per cui è famosa anche oltre confine.

Ripartiti per Salerno, non accogliendo gli autisti il percorso del Viadotto Gatto, lontano dal centro, suggerito dalla guida, ci siamo diretti allo Stadio Arechi per prendere  la vicina metropolitana ed arrivare verso le 16:30 nei pressi del Duomo di S. Matteo apostolo ed evangelista, patrono di Salerno.

Ma… essendo in corso un'importante partita di calcio, la strada per il “trenino” era transennata dalla polizia.

Gli autisti decidono di raggiungere il centrale Corso Garibaldi, anche senza il “pass”, e proprio lì abbiamo perso circa un'ora e mezza perché la città non era solo intasata ma “invasata” di migliaia di auto che procedevano a malapena.

Con fatica abbiamo raggiunto la nostra brava guida, Ivana, che ci ha condotto in vie e in piazze da sogno: le luci d'artista splendevano sul nostro capo come in una fiaba.

Soprattutto Piazza della Rotonda era stata trasformata in una illustrazione delle “Mille e una notte”, con una profusione di grandi arabeschi ed archi, sovrastati da un luminosissimo cielo fitto fitto di stelle e pianeti; poi Piazza S. Agostino rielaborata nello scenario di una caratteristica casa giapponese, annunciata nelle vie di accesso da grandi ventagli multicolori della Madame Butterfly. E ovunque, corsi e traverse, stracolmi di turisti con il naso all'insù, propongono tralci di rose luminose, fino a raggiungere Piazza Duomo con le affascinanti luminarie di schiere di angeli musici, stilizzati.

Entriamo nel largo chiostro annesso al Duomo, con colonne di stili diversi e le preziose “riggiole” (tegole) in ceramica, e il portale mediano con imposte bronzee fuse a Costantinopoli (1099), uno dei cinque ancora presenti in Italia, nelle chiese della costa amalfitana. Siamo ora nel grandioso edificio del Duomo, a tre navate, rimaneggiato nei secoli, impreziosito dal candelabro pasquale e da due amboni di stile cosmatesco, simili a quello dell'Abbazia di Cava.

Scendiamo nella Cripta di S. Matteo, dove veneriamo le sue reliquie poste sotto la statua bifronte, di marmo nero.

Tutto intorno pareti, colonne, soffitto ornati di marmi policromi, incastonati pazientemente per formare tralci di fiori, di vite o per dare risalto a figure di santi. Ci raccogliamo in preghiera per l'evangelizzazione nella nostra parrocchia, cui è doveroso offrire il nostro impegno.

La guida si sofferma sui numerosi affreschi del soffitto, che illustrano episodi della vita di Gesù tratti da Vangelo di S. Matteo, affreschi che compongono la cosiddetta “Bibbia dei poveri” per i tanti analfabeti del tempo.

Siamo circondati da così tanta bellezza, da arte intesa come inno di lode, che veramente non so quanto tempo resteremmo qui a stupirci. Ma è tardi, non c'è neppure il tempo, purtroppo, per ammirare altre luminarie, dato che ci attende un faticoso percorso per raggiungere il pullman, nel traffico inarrestabile, convulso della città.

Finalmente riposiamo, godendoci un buon film di Siani “Si accettano miracoli”, che ci rallegra con la sua ingenua comicità, non certo priva, però, di spunti per cineforum.

Si fa infine la sintesi del programma svolto, ringraziando il Signore per il bel giorno trascorso insieme e chiudendo con il canto “Salve Regina”, consapevoli del dono dell'indulgenza plenaria e dei legami di solidarietà e di fiducia che ci hanno sostenuto. Sollecitati a comunicare un parere, una emozione, si esprime solo il nostro artista Franco Turco che si definisce “edificato”, poi, quasi in dirittura d'arrivo, emerge la sua straordinaria cultura e simpatia, in filastrocche romanesche e in dialetto ciociaro, accolte da un grande applauso e da un bonario richiamo: “Te dovevi sveglia' prima!”. Grazie, Franco!

Rientriamo a Pontinia con un'ora e mezza di ritardo (23:30), ringraziando gli autisti e auspicando di tornare a vedere con calma le “Luci d'artista” di Salerno, ma non nei fine settimana!

Teresa Zicchieri 

(in accordo con Silvana Zorzini)  

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