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Archivi del mese: Gennaio 2013

Dio è sempre dalla parte dell’uomo

Un racconto di una modernità unica, do­ve Luca, il migliore scrittore del Nuovo Testa­mento crea una tensione, u­na aspettativa con questo magistrale racconto, che si di­pana come al rallentatore:
Riavvolse il rotolo, lo riconse­gnò e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. E seguono le prime pa­role ufficiali di Gesù: oggi la parola del profeta si è fatta carne.
Gesù si inserisce nel solco dei profeti, li prende e li incarna in sé. E i profeti, da parte lo­ro, lo aiutano a capire se stes­so, chi è davvero, dove è chia­mato ad andare: lo Spirito del Signore mi ha mandato ai po­veri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. Adamo è diven­tato così, per questo Dio prende la carne di Adamo. Da subito Gesù sgombra tutti i dubbi su ciò che è venuto a fare: è qui per togliere via dall'uomo tutto ciò che ne im­pedisce la fioritura, perché sia chiaro a tutti che cosa è il re­gno di Dio: vita in pienezza, qualcosa che porta gioia, che libera e da luce, che rende la storia un luogo senza più disperati.
E si schiera, non è imparzia­le Dio; sta dalla parte degli ul­timi, mai con gli oppressori. Viene come fonte di libere vi­te, e da dove cominciare se non dai prigionieri? Gesù non è venuto per riportare i lon­tani a Dio, ma per portare Dio ai lontani, a uomini e donne senza speranza, per aprirli a tutte le loro immense poten­zialità di vita, di lavoro, di creatività, di relazione, di in­telligenza, di amore.
Il primo sguardo di Gesù non si posa mai sul peccato della persona, il suo primo sguar­do va sempre sulla povertà e sulla fame dell'uomo. Per questo nel Vangelo ricorre più spesso la parola poveri, che non la parola peccatori. Non è moralista il Vangelo, ma creatore di uomini liberi, veg­genti, gioiosi, non più op­pressi.

Scriveva padre Giovanni Van­nucci: «Il cristianesimo non è una morale ma una scon­volgente liberazione». La lie­ta notizia del Vangelo non è l'offerta di una nuova mora­le migliore, più nobile o più benefica delle altre. Buona notizia di Gesù non è neppu­re il perdono dei peccati.

La buona notizia è che Dio mette l'uomo al centro, e di­mentica se stesso per lui, e schiera la sua potenza di li­berazione contro tutte le op­pressioni esterne, contro tut­te le chiusure interne, perché la storia diventi
"altra" da quello che è. Un Dio sempre in favore dell'uomo e mai contro l'uomo.
Infatti la parola chiave è "li­berazione". E senti dentro l'e­splosione di potenzialità pri­ma negate, energia che spin­ge in avanti, che sa di vento, di futuro e di spazi aperti. Nel­la sinagoga di Nazaret è allo­ra l'umanità che si rialza e ri­prende il suo cammino verso il cuore della vita, il cui nome è gioia, libertà e pienezza. Nomi di Dio.

P. Ermes Ronchi

Natale e Pasqua si sposano a Cana

Le nozze di Cana Le nozze di Cana, per comprendere meglio questo bellissimo passo del Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-12), riporto qui un commento al Vangelo di Padre Gian Franco Scarpitta della parrocchia San Francesco di Paola a Palermo.

"Non è trascorso molto tempo dalla conclusione del tempo di Natale, che ci aveva introdotti nel mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio che è il Dio con noi e già allora si gustava il fascino della salvezza dataci nella novità assoluta dello stesso Verbo. Il miracolo di cui parla il brano evangelico di oggi rievoca in un certo qual modo quello stesso mistero e contemporaneamente ci da' un saggio di quello ancora più esaltante dalla Pasqua. Forse è il caso di dire che Natale e Pasqua si incontrano a Cana di Galilea. Ma andiamo con ordine e osserviamo quanto avviene durante questo sposalizio.
 
Le feste nuziali nell'antico Israele duravano 8 o 9 giorni ed era inverosimile che in una circostanza come quella venisse a mancare il vino, elemento anche nella Bibbia emblematico della gioia e della prosperità. Senza il vino, non era possibile festa alcuna. Eppure, allo scadere dell'ottavario delle nozze, viene proprio a mancare questa bevanda immancabile e insostituibile nei banchetti.
Sarebbe stato un vero disastro se Gesù non fosse intervenuto, ma a dire il vero sarebbe stato ancora più pernicioso se la madre di Gesù non avesse preso l'iniziativa di porre il problema al Figlio: "Non hanno vino"- e in questa sua sollecita interferenza non si può non evincere quanto sia legittima l'intercessione generale di Maria nei nostri rapporti con Cristo.

 
A questo punto segue una risposta sorprendente da parte di Gesù: "Che c'è fra me e te o donna?" Altrimenti tradotta: "Che cosa vuoi da me o donna?" Espressione che potrebbe suscitare sorprese e perplessità visto che un figlio non si rivolgerebbe mai alla propria madre con quei termini così seccati e lapidari ("donna") tantomeno nel corso di una festa, dove la consanguineità è ben nota a tutti. Ma perché possiamo sciogliere l'enigma, occorre che collochiamo Gesù, Figlio di Dio, nel contesto vivo del suo tempo, considerando anche la sua posizione. […]"

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Il campo invernale del Riparto Sirio di Pontinia

Dal 27 al 29 dicembre 2012 il Riparto Sirio di Pontinia  è partito per un’avventura sensazionale…il campo invernale!
11 ragazze e 4 capo sono partite con destinazione Sgurgola a Frosinone per trascorrere tre giorni in montagna ricchi di risate! Il divertimento non è mancato e soprattutto la voglia di stare in compagnia! Anche se i giorni sono pochi, bastano alcune serate per non desiderare di ritornare a casa…
Il tema di questa fantastica avventura era: ”la felicità non è uno stato a cui arrivare, ma un modo di viaggiare”.
Ci siamo divertite a giocare all’aperto anche se faceva freddo e un semplice the caldo verso sera è diventato un occasione speciale per stare insieme.
Le scenette del fuoco di bivacco, i canti e le attività hanno reso questo campo unico per ognuna di noi e sicuramente non mancheranno altre occasioni per ridere e scherzare insieme, dimenticando i problemi quotidiani…
 
Il Riparto Sirio. BUONA CACCIA!!!!
 

ACR: Il mese della PACE

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Il Mese di Gennaio è dedicato alla Pace, un argomento alquanto vasto, individuale e che apre le porte a molte riflessioni. Per questo con i bambini della prima e seconda elementare ci siamo confrontati su questo grande tema e abbiamo chiesto loro a cosa attribuissero la parola ”Pace”.

Alcuni hanno tentato di rispondere, altri intimiditi hanno esitato e altri ancora si sono lanciati a capofitto nella risposta senza neanche pensarci un minuto dicendo che per loro la Pace è: Amore, Amicizia, Generosità, Giocare con gli amici, Andare a messa, Perdonare, Stare con Gesù. Andare all’ACR, la Gioia, lo scambio della pace, i sorrisi, la famiglia. E quindi ora chiedo a voi: condividete ciò che i bambini hanno esposto?!? Certo..risponderei! La Pace è questo. È imparare a riconoscere chi ha bisogno di aiuto tra le persone che ci sono vicine, proprio come Gesù fa con tutti noi, attraverso gesti concreti di amore.

Arriva quindi il tanto e atteso “Convegno della Pace”. Ogni anno si cerca nella Diocesi il luogo d’incontro  e quest’anno, infatti, si svolgerà il 27 gennaio nella Parrocchia di San Valentino a Cisterna. Si troveranno li tutti i bambini, ragazzi e ragazze, gli educatori e perfino i genitori; tutti uniti a festeggiare la Pace che per assaporarla è necessario costruirla con impegno e comprendere quanto sia bello e più facile raggiungere questo obbiettivo mettendo insieme le forze e le caratteristiche di ciascuno. Il convegno è strutturato in questo modo: ci si incontra la mattina e dopo un momento di accoglienza inizieranno i giochi a stand per i ragazzi dalla prima alla terza media divisi in percorsi, per fasce di età e le attività per i genitori; ovviamente in un modo o nell’altro approfondiremo questo tema. Poi come una grande famiglia ci fermeremo per il pranzo, perché questo è l’Azione Cattolica: una grande famiglia, dove poter condividere la ricchezza dell’incontro con il Signore che genera l’incontro con l’altro. Dopo un momento di animazione, saremo chiamati a partecipare alla Santa Messa.

Ognuno aprirà il cuore al Signore per incontrarlo. Infine ci saluteremo e tutti porteranno nelle loro parrocchie e nelle loro case un vero messaggio di Pace. Grazie a questa giornata vissuta insieme, i ragazzi capiranno che accogliere gli altri nelle loro diversità non crea divisione ma ricchezza e pace, perché ognuno impegnandosi concretamente e personalmente, diventerà un grande dono per il prossimo, così che tutti potranno sperimentare l’incontro con il Signore e vivere la Pace come un’opportunità di gioia condivisa.
Un saluto affettuoso dall’ Azione Cattolica dei Ragazzi..
E un invito a testimoniare la Pace nelle vostre famiglie.

Di Luca Melania

 

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Tu credi nella vita dopo il parto?

twinsNel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:
– Tu credi nella vita dopo il parto?
– Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello che saremo più tardi.
– Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? 
– Non lo so, ma sicuramente… ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. 
– Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. 
– Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
– Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. 
– Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
– Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
– Dove? Tutta intorno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. 
– Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. 
– Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? … Io penso  che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa …
 

Epifania del Signore 2013

Gesù si fa conoscere ai pastori, perché gente semplice; si fa conoscere ai magi, perché sono sapienti, ma umili, sempre alla ricerca della verità e del nuovo che lo Spirito di Dio può portare. Affrontano la fatica della ricerca, seguono i segni di Dio (la stella), ma chiedono aiuto anche a chi li può indirizzare, affrontano il sacrificio e i rischi della persecuzione. Ma Dio li ricompensa e risponde pienamente alle loro attese e si fa conoscere nella sua verità di Figlio di Dio Salvatore. Ed essi "credono" e adorano e tornano alla loro vita con la certezza di Dio nel cuore. 

 

Missione Luanda

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