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Visita ai presepi di Roma

Ringraziamo il Signore e Padre Valeriano per questa giornata.

Quando abbiamo ricevuto l’invito a questo pellegrinaggio, abbiamo sentito nel cuore il desiderio di fare questa esperienza per capire meglio quale “cometa” stiamo seguendo. Allontanandomi dai rumori delle nostre citta’, dalla corsa per i vari impegni e a volte inutili affanni, abbiamo trovato un tempo per il silenzio interiore e per una riflessione alla ricerca dell’essenziale.

Il clima natalizio ci ha facilmente introdotto nel percorso che abbiamo fatto. Visitando i presepi abbiamo meditato il mistero del Natale: Gesu’ nasce in una famiglia e si fa vicino all’uomo. Questa buona notizia ci da’ speranza, gioia e voglia di camminare.

Abbiamo lodato e ringraziato Dio per la maestosita’, la bellezza e la storia delle chiese visitate e per la vita dei santi che abbiamo pregato.

Grazie Padre Valeriano per la sua simpatia e preparazione. Insieme ad Adriana (una catechista della Parrocchia di Ottaviano) e a tutti i partecipanti abbiamo vissuto veramente una bella giornata!

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“A chi doneremo questa gioia?” di Teresa Zicchieri

Una domanda sorprendente e spontanea dopo un’esperienza preziosa, fatta da un bel gruppo di fedeli della Parrocchia Sant’Anna di Pontinia nel giorno della commemorazione dei SS Innocenti. Radunati col nuovo parroco, P. Valeriano Montini, dei Piamartini di Brescia, siamo andati in treno a Roma ,in visita ai presepi allestiti in alcune caratteristiche chiese di Roma […].

Continua la lettura dell'articolo: In visita ai presepi di Roma

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Avvento 2012

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO” NELLE NOSTRE FAMIGLIE

Centri di Ascolto

Dove due o più sono riuniti nel mio nome Io sarò in mezzo a loro.”

In questi giorni alcuni volontari, ai quali va di cuore la nostra gratitudine sincera, stanno distribuendo zona per zona, famiglia per famiglia un semplice e libero invito ad approfittare di questo tempo di Avvento, particolare ed unico dell’ anno 2012, per invitarci a partecipare alle tre Celebrazioni della Parola di Dio nelle nostre case attraverso i Centri di Ascolto .

Sono solo tre martedì [4;11;18 Dic.], solo un’oretta per dare e ricevere un tesoro vero: Gesù Cristo stesso che attraverso la sua Parola ed i suoi Fratelli viene nelle nostre case e fra di noi ! Infatti egli ha detto: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome Io sarò in mezzo a loro.”

Messaggio dell’Avvento

La preziosità dell’attesa

L’attendere è diverso dal semplice aspettare. Aspettiamo quando siamo in fila alle poste o qualcuno non è puntuale a un appuntamento. E ci capita spesso di innervosirci, non imparando nulla da questo tempo di “passaggio-attesa”.
Al contrario, l’attesa ha un valore in se stessa:
serve a preparare il cuore, a riflettere su di noi,
su Dio, sul mondo che ci circonda;
essa ci insegna la pazienza e manda in frantumi alcuni nostri programmi.
Il periodo di attesa non è mai sprecato, perché “ è ginnastica” del cuore
e palestra di un grande amore.
Un nuovo anno liturgico ci è offerto dalla bontà di Dio.
Anche Dio è entrato nel tempo dell’Avvento, aspettando senza mai stancarsi
la risposta d’amore degli uomini.
L’attesa è un’opportunità preziosa, un tesoro da riscoprire.
Allora approfittiamo tutti per entrare in questa attitudine
di chi amando attende e attendendo otterrà,
perché Cristo ci ama veramente ed è venuto per darci Vita e Forza nuove.

 

Omelia di P.Gian Paolo 18/Nov/2012

 
Questa mattina pubblichiamo l'omelia di Padre Paolo fatta durante la messa della scorsa domenica.
Leggetela con attenzione perchè è ispirata, ricca di messaggi importantissimi e ricolma di emozioni fortissime.
 
Grazie Padre Paolo per questo nuovo dono che fai alla tua comunità, il Signore ti accompagni e guidi ogni tua scelta.
Ti ricorderemo sempre nelle nostre preghiere e chiediamo a te di ricordarci nelle tue.
 

iamo quasi alla fine dell'anno liturgico, la liturgia ci propone un brano del tredicesimo capitolo del vangelo di Marco . Un testo difficile, che non possiamo decodificare se non tenendo conto del suo genere letterario – quello apocalittico – e mettendo al centro della nostra lettura non la fine della creazione, ma il fine della sua storia. Un Vangelo sulla crisi e contemporaneamente sulla speranza, che non profetizza la fine del mondo, ma il significato del mondo.

– La prima verità è che il mondo è fragile: in quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo…
Non solo il sole, la luna, le stelle, ma anche le istituzioni, la società, l'economia, la famiglia e la nostra stessa vita sono molto fragili.
– Ma la seconda verità è che ogni giorno c'è un mondo che muore, ma ogni giorno c'è un mondo che nasce. Cadono molti punti di riferimento, vecchie cose vanno in frantumi: costumi, linguaggi, comportamenti, ma ci sono anche sentori di nuove primavere. La speranza ha l'immagine della prima fogliolina di fico: Dalla pianta di fico imparate: quando spuntano le foglie, sapete che
l'estate è vicina. Allora dentro la fragilità drammatica della storia possiamo intuire come le doglie di un parto, come il passaggio dall'inverno alla primavera, come un uscire dalla notte alla luce. Ben vengano certe scosse diprimavera a smantellare ciò che merita di essere cancellato. […]
 
Continua la lettura: Omelia P. Paolo 18 novembre 2012

 

Emmanuel

Lavoravo presso un negozio di informatica, un rivenditore autorizzato IBM.
Mi occupavo dell’assistenza clienti , facevo anche corsi sull’utilizzo dei pacchetti software e strumentazioni varie che venivano acquistate.
Un pomeriggio d’estate, ricordo il caldo quasi soffocante,  ero ad una scrivania intento a ripristinare l’ennesimo computer devastato da un virus.
Entra in negozio un ragazzo sulla trentina, molto probabilmente senegalese, aveva una borsa in spalla. Ricordo il suo volto, nerissimo da cui spiccavano grandi occhi e denti bianchissimi.
Rimane titubante sull’entrata ed io lo guardavo, era evidente il fatto che si sentisse a disagio. Preso il coraggio a due mani entra e si dirige con passo incerto verso la mia postazione.
Conosceva pochissime parole di Italiano quindi mi mostra la sua borsa, dentro vi erano dei calzini bianchi di spugna. Capisco allora che voleva che ne comprassi qualche paio.
Mi alzo e vado verso di lui. Lo guardo, e gli dico: «Mi dispiace, non ho molto denaro e non mi serve nulla di ciò che mi offri ma se posso, ti aiuto volentieri», allora prendo il portafogli, lo apro, c’erano 5.000 Lire.
Prendo quell’unica banconota e glie la porgo, lui la prende e poi succede un fatto inspiegabile, incredibile, lo abbraccio stringendolo forte a me e lo bacio sulla guancia. Lui, visibilmente scosso e sorpreso, mi guarda e mi dice: «Come ti chiami?» gli dico il mio nome ed immediatamente dopo gli chiedo il suo, «Emmanuel» fu ciò che ottenni come risposta.
«Questo è tutto ciò che ho» gli dico, «non è molto ma se domani ritorni da queste parti farò in modo di darti qualcos’altro».  Non l’ho mai più rivisto.
Passano alcuni giorni ed il ricordo di quell’incontro comincia a diradarsi, gradualmente, come la nebbia al sorgere del sole, ricacciato indietro nella mia mente da tutte le problematiche quotidiane e dagli impegni lavorativi.
Mentre mi dedicavo al controllo dell’inventario nel magazzino parti di ricambio, arriva il titolare dell’azienda: «Ehi! Ma lo sai che il cliente di ieri è rimasto talmente soddisfatto del tuo intervento tecnico che ha deciso di stipulare con noi un importate contratto di manutenzione annuale, siccome il merito è soprattutto il tuo ho pensato di darti questo», mi consegna una busta bianca sigillata.
La apro e all’interno scorgo cinque banconote da 100.000 Lire ciascuna.
Caspita!!! Che fortuna! Ripongo tutto contento la busta in tasca e dopo aver abbondantemente ringraziato torno a ciò che stavo facendo.
Quella stessa settimana, non ricordo quale giorno fosse ma ricordo che erano le ore 21:00, durante un incontro nella mia parrocchia, il sacerdote comincia a fare alcune digressioni storiche ed inizia a parlarci dell’importanza del nome presso gli Israeliti.
Ci disse appunto che noi occidentali in genere diciamo che una persona ha un nome mentre biblicamente l’ebreo dice che la persona è il suo nome.  Quindi nella Scrittura il nome rappresenta l’essenza stessa della persona e dire il proprio nome ad una persona significa rivelare chi realmente siamo. E chiedere il nome ad un altro  significa attribuirgli una grande importanza, e manifestare la propria volontà di conoscerlo bene, nell'intimo.
Ed aggiunse: «Capite quindi quanto fossero importanti in quel tempo i nomi, tanto per farvi un esempio, sapete cosa significa “Emmanuel”? Significa “Dio con noi”»
In quel preciso istante mi torna tutto in mente, prepotentemente con una forza devastante, cominciano a tremarmi le gambe ed avverto un senso di smarrimento. Torno a casa ed in macchina comincio a ripercorrere con la mente tutti i momenti di quel pomeriggio.
Il negozio era un viavai continuo di gente, tra personale, clienti e trasportatori  non c’era mai un momento di tregua, ma per tutto il tempo della visita di Emmanuel stranamente non c’era nessuno, ero completamente solo.
 
Si dice che ogni volta che doniamo qualcosa, con il cuore, a qualcuno che ne ha bisogno il Signore ci rende 10 volte tanto. Beh, io posso dire che non è vero, a me è stato dato 100 volte di più. E non solo economicamente, da quel momento la mia vita è stata sempre un crescendo, di emozioni, soddisfazioni, gioie.
Certo ci sono stati anche momenti difficili, giorni di dolore, di sofferenza ma il Padre mi è stato sempre vicino, al mio fianco, ogni giorno e per tutti i giorni della mia vita, e mi ha dato la forza per superare i momenti brutti, disseminando il mio cammino di doni meravigliosi per i quali io, ogni giorno, Lo ringrazio.
 
Sono trascorsi 20 anni da quel giorno, ma il ricordo è ancora vivissimo in me, ho cercato Emmanuel in tutti i venditori ambulanti che ho incontrato sinora e l’ho ritrovato in ogni persona bisognosa che ti tende una mano, che aspetta una parola di conforto,  un gesto gentile, un sorriso, un saluto.
 
(Testimonianza di una persona che preferisce restare anonima)
 

A proposito d’amore

Quando viene chiesto a Gesù qual è il comandamento più grande, probabilmente gli ascoltatori si aspettano la scelta tra uno dei dieci.
Invece il Maestro si rifà a un passo del libro del Deuteronomio, che gli Ebrei recitavano mattino e sera, ed era riportato sugli stipiti delle porte: “Amerai il Signore tuo Dio…”. A questo ne aggiunge immediatamente un altro, tratto dal libro del Levitico: “…e il prossimo come te stesso”.
Nel regno di Dio sarebbe contato l’amore, in ogni direzione: verso Dio, verso gli altri, verso se stessi. 
L’amore è la cosa più bella che abbiamo. Chi non ha un fremito, di fronte allo sguardo di una madre che abbraccia il suo bambino? Chi non si rallegra dei gesti teneri e scherzosi di due innamorati? Chi non rimane piacevolmente sorpreso beneficiando di un gesto gentile e gratuito?
Chi non si ferma ad ammirare la fedeltà di una coppia che è rimasta insieme per tutta la vita? Chi non anela ad essere amato, tanto da essere disposto a pagarne qualsiasi prezzo?
L’amore ci riempie di frutti rigogliosi, sollecita i nostri sensi, esalta le proprie risorse, fa superare i limiti, si allarga a macchia d’olio perché produce una serenità contagiosa. L’amore può essere intriso di spine, di fatiche e di lacrime, dal momento che chi ama si fa carico di un’altra persona, condividendo, proteggendola o sostenendola nei momenti di
disagio. L’amore è scommessa e rischio di perdita; riduce le difese, perché si nutre di fiducia; ma frantuma ogni corazza, perché chi è amato non riesce più ad essere cattivo. L’amore è la cosa più bella della vita, anzi ne è intrinsecamente il senso più pieno e vero. Perché è il nome e l’essenza stessa di Dio.

Domenico Giuliotti “Il Ponte Sul Mondo”, Commento alla Messa

La Messa – e non già la Divina Commedia – è il «poema» veramente «sacro al quale hanno posto mano e cielo e terra». Opera dello Spirito Santo, di Cristo e della Chiesa, essa incomincia con un Salmo e finisce con due preghiere di Leone XIII.
 
L'uomo e l'Uomo. Dio, la Trinità e tutti gli Angeli ne formano l'argomento. La Consacrazione, che rinnova l'Incarnazione, è il punto culminante di questo immenso mistero. E il Prete n'è, al tempo stesso, il taumaturgo e il poeta. A un tratto, inesplicabilmente, per mezzo della parola sacerdotale, che ripete la parola divina, il pane e il vino, cambiando natura, diventano Cristo: il Cristo vittima, il Cristo cibo. Allora, noi in Cristo, offriamo Dio a Dio, e noi con Lui.
 
Se offrissimo solo noi non offriremmo nulla; ma offriamo noi con Lui; innestiamo la nostra morte alla Sua Vita e diventiamo viventi.
«Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo». E noi mangiamo quel pane che uccide la morte. L'Infinito penetra, così, nel finito; il finito si dilata, splendendo, nell'Infinito. Il Creatore, riabbassandosi, eucaristicamente, fino alla creatura, si dà a lei, entra in lei, celebra con essa le nozze. E il Paradiso è sulla terra, intorno a un piccolo disco bianco, offerto dalle mani di un uomo che, in quel momento, è più grande della Regina degli Angeli.
 
Tale la sintesi della Messa. Il commento che segue si propone di lumeggiarne ogni parte.
La Messa, per moltissimi, immersi nell'ignoranza religiosa, è come un affresco che altri afferma prezioso, ma che, agli occhi annebbiati di chi lo guarda, appare tutto coperto da un fitto strato di polvere.
 
Ho tentato di dissipare quella nebbia e di far vedere il dipinto. Ma certamente vi son mal riuscito.
Per far ciò ci sarebbe voluto un poeta santo. Ed io sono un povero balbuziente, a cui l'alito del peccato appanna il volto di Cristo.
 
Scaricate l'ebook qui: 

D.Giuliotti-Il Ponte sul Mondo

Dall’omelia di Benedetto XVI in occasione della canonizzazione di San Giovanni Battista Piamarta

Giovanni Battista Piamarta, sacerdote della diocesi di Brescia, fu un grande apostolo della carità e della gioventù.
Avvertiva l’esigenza di una presenza culturale e sociale del cattolicesimo nel mondo moderno, pertanto si dedicò all’elevazione cristiana, morale e professionale delle nuove generazioni con la sua illuminata carica di umanità e di bontà.
Animato da fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza e da profondo spirito di sacrificio, affrontò difficoltà e fatiche per dare vita a diverse opere apostoliche, tra le quali: l’Istituto degli Artigianelli, l’Editrice Queriniana, la Congregazione maschile della Santa Famiglia di Nazareth e la Congregazione delle Umili Serve del Signore.
Il segreto della sua intensa ed operosa vita sta nelle lunghe ore che egli dedicava alla preghiera. Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore.
 
Preferiva le soste davanti al santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e risurrezione di Cristo, per attingere forza spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali.

Canonizzazione Padre Piamarta

Il 21 ottobre avverrà la canonizzazione di padre Piamarta.
Il saluto del superiore generale: È ormai incominciato il mese di ottobre 2012, momento per noi storico, che ci coinvolge come persone e come comunità. Prepariamoci all’avvenimento della proclamazione della santità di Padre Piamarta rinnovando la nostra scelta di seguirne le orme, condividendone soprattutto il desiderio di seguire il Signore, nei giovani, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze.
Celebrare la sua santità è avere nel cuore il desiderio anche della nostra santità, di quella vita integra e generosa che Dio concede a chi si fida di Lui. Come Padre Piamarta, dedichiamoci in questo tempo a una preghiera intensa, perché i nostri desideri belli diventino realtà e la nostra fraternità sia rafforzata e diventi sempre più autentica.
Padre Enzo: Vuoi essere presente alla canonizzazione? Ecco come fare!
 
La canonizzazione si terrà a Roma il 21 ottobre. Chi volesse partecipare può rivolgersi entro il più breve tempo possibile alla segretaria dell' Istituto Piamarta sia via mail che telefonando al numero 338.23.01955. È anche possibile rivolgersi all' agenzia Brevinet di Brescia al numero 030.28.95.317.
Per saperne di più: visita la pagina dedicata sul sito. Il sito www.piamarta.org è pieno di nuovi contenuti Il sito web dell'Istituto Piamarta è stato aggiornato e sempre di più lo sarà in queste settimane. Tutti coloro che hanno voglia di conoscere meglio la figura del beato Piamarta potranno navigare all'interno di numerose sezioni ricche di informazioni, materiale fotografico e devozionale. In particolare, la sezione canonizzazione propone approfondimenti e collegamenti con i social network.
Piamarta sui social network: Il primo servizio ad arrivare è stato il blog aperto da padre Danilo, che da tempo segue le varie fasi di avvicinamento alla Canonizzazione. È uno strumento utile soprattutto per chi volesse entrare in dialogo diretto e personale con un religioso dell'Istituto. Poi è arrivato Facebook, dove sono sorte sia una pagina ufficiale italiana per la Canonizzazione, sia le pagine in lingua spagnola e portoghese.
L'ultimo nato è il canale di Youtube, sul quale sono disponibili numerosi titoli sulla vita del beato, sulle missioni in Brasile e Cile, sulle opere dell'Istituto, sullo stile con il quale i piamartini lavorano. Da La grande fiamma, film in bianco e nero della fine degli anni Cinquanta, ai più recenti audiovisivi prodotti, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Vi invitiamo alla visione, al commento e alla condivisione dei contenuti. Per informazioni o ricevere questa newsletter: ufficiostampa@nova-t.it
 
Padre Gian Paolo
 

Adorazione SS Sacramento

.:Venerdì 05 Ottobre:.
adorazione del SS Sacramento
Dalle ore 7:00 alle ore 19:00 

Come si adora

Adora il tuo Signore in silenzio. Nel silenzio del cuore Dio ci ispira e in questo modo ci parla. Il silenzio da anche la possibilità di rispettare il dialogo intimo e le preghiere degli altri.

Puoi trascorrere la tua ora santa di adorazione come desideri, ricordando sempre che sei davanti alla Presenza del tuo Signore e Salvatore.

Suggerimenti: Puoi leggere un passo del Vangelo oppure portare la tua Bibbia e parlare al Signore con qualche salmo (es. 145, 146, 147, … o il bellissimo Salmo 104) o il Cantico dei tre giovani (Daniele cap. 3 versetti 52 e seguenti), o più semplicemente, lodandolo spontaneamente.

Il Signore è degno di ogni lode, onore, gloria e rendimento di grazie. Ringraziarlo per i benefici ricevuti, per il dono della tua vita e per quella degli altri, e per tutti i tuoi amici, familiari, per ogni cosa e soprattutto per questa grazia immensa di poterlo adorare in questa chiesa. Vedrai tu stesso quante sono le cose per cui dobbiamo ringraziare e lodare nostro Dio.

Puoi anche parlare con Lui, raccontargli i tuoi problemi (chiaro che Lui li conosce però si compiace nel vedere che tu Glieli dici e cerchi in Lui la soluzione, la luce , la risposta). Sicuramente avrai molte persone per le quali intercedere. Ricorda che con la tua adorazione puoi riparare i sacrilegi, le bestemmie, gli oltraggi, gli insulti contro Dio, e tutte le offese contro la Santissima Vergine e i santi.

Naturalmente, puoi semplicemente contemplarlo nel tuo silenzio, lasciandoti abbracciare dal suo amore e ricevendo la sua pace. Puoi anche recitare il Rosario, che è come contemplare Gesù con gli occhi e il cuore di Maria. Ricorda sempre che il Gesù che tu contempli è lo stesso che sta realmente davanti a te. E così, per esempio, quando mediti il primo mistero gioioso, tieni presente che quel Gesù che è davanti a te è lo stesso che si incarnò nel seno della Vergine Maria. Così anche Colui che fu portato da Maria alla casa di Elisabetta o Colui che nacque a Betlemme.

L’ora che passi con il Signore non si misura in minuti ma in grazie, benedizioni, protezione, frutti, maggior intimità e conoscenza di Dio. Il Signore benedice quest’ora e la moltiplica in benefici incommensurabili, e quest’ora che offri a Dio ha un valore di eternità, è la tua ora santa.

Ha detto Papa Benedetto XVI: "Senza adorazione non ci sarà la trasformazione del mondo… Adorare non è un lusso, è una priorità".

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